Nonostante negli ultimi anni siano sempre più coloro che diventano imprenditori, che si auto impiegano o aspirano a farlo, la verità è che fare impresa richiede caratteristiche e doti precise.
Da una parte l’imprenditore incarna il sogno di essere artefice del proprio destino, padrone di se stesso e di poter avere una vita sopra la media, in termini economici ma soprattutto di soddisfazioni.
D’altra parte questa è solo metà della storia, la punta dell’iceberg che tutti vedono o vogliono vedere. Per arrivare a questo punto ci sono tantissimi sacrifici, delusioni, notti insonni e fallimenti.
Non solo 1 su 1000 ce la fa ma anche chi ce la fa passa quasi sempre per una strada tortuosa.
Come si fa allora a fare impresa per bene? Come nel 2017 dove tutto sembra più difficile e competitivo?
L’ingrediente principale sembrerebbe, e lo è, una fede incrollabile nel proprio progetto. Non potrebbe essere diversamente, d’altronde se non ci credi tu non lo faranno nemmeno le persone.
Una fede incrollabile che deve spingere ad osare, rischiare ed offrire sempre qualcosa di diverso. E resistere nei momenti in cui tutto sembra andare storto, quando altri lascerebbero la nave.
L’imprenditore vero no, continua, insiste e raggiunge gli obiettivi.
Molte delle grandi invenzioni, dei prodotti più affermati sono stati ridicolizzati in fase iniziale e solo dopo molto tempo hanno visto una piena diffusione.
Per altri non sembrava ci fossero neanche le condizioni giuste.
Quando Gutenberg ha creato la stampa, solo il 7% della popolazione europea sapeva leggere. Quando Karl Benz ha creato la sua macchina, non c’erano strade
Crederci. Ma non troppo.
Come sempre però bisogna fare attenzione, rimanere in equilibrio tra la determinazione e l’illusione.
Anche la rassicurazione è inutile, come ha detto tempo fa Seth Godin.
Una cosa è insomma darsi il giusto tempo, avere la pazienza (e le risorse necessarie) per testare il proprio progetto, diverso è invece ripetersi ed illudersi che le cose non stiano andando davvero così male.
E’ un pensiero, un approccio che vedo sempre più negli imprenditori italiani con i quali discuto della possibilità di delocalizzare in Svizzera.
Molti non sono affatto contenti, presentano bilanci in contrazione costante, sono tartassati dal fisco in modo crescente e continuano a ripetersi che in fondo “Non va così male”.
Li stimo, ci vuole coraggio ma non credo sia la strada giusta.
L’imprenditore di successo, al di là di quanto fatturi, è colui che sa essere obiettivo e sa quando bisogna seguire il cuore e quando non è il momento per farlo.
Quando all’inizio della mia carriera imprenditoriale, in Italia, le cose stentavano anche io ho commesso l’errore di pensare che non andava così male.
Anche io ho pensato che in fondo stavo facendo meglio di tanti altri.
L’ho pensato, ho continuato a farlo per alcuni anni, mi sono rassicurato che non fosse un problema, o che non fosse un problema andare avanti e indietro con una macchina vecchia di 20 anni tutto il giorno.
Poi ho avuto la fortuna di fermarmi e chiedermi: ma potrei fare di più?
Il resto è la mia storia, il trasferimento in Svizzera e l’inizio di un’avventura imprenditoriale che continua ad essere pienamente soddisfacente.
Per me è andata così, per te potrebbe essere lo stesso o anche no; forse per te significa cambiare settore e non paese o andare in America e non in Svizzera non è questo il punto.
Il punto è semplicemente fermarsi, guardarsi in faccia e chiedersi cosa si vuole dalla propria vita e cosa si sta ottenendo.
L’imprenditore prima di tutto deve essere una persona che compie scelte.
“A ogni essere umano è stata donata una grande virtù: la capacità di scegliere. Chi non la utilizza, la trasforma in una maledizione – e altri sceglieranno per lui.” Paulo Coelho
n.b. se ti ritrovi in quello che hai letto e stai pensando di dare una svolta non perdere l’appuntamento del 23 Marzo. Sarò in diretta su facebook per rispondere alle domande di chi vuole fare impresa in Svizzera per bene. Il modo migliore per capire se può fare anche per te.