“Se hai un problema che deve essere risolto da una burocrazia, ti conviene cambiare problema.”
(Arthur Bloch, Legge di Good, La legge di Murphy)
Gli italiani lo sanno bene, gli imprenditori ne pagano ogni giorno lo scotto.
Com’è la burocrazia in Italia? Elefantiaca ed un tantino assonnata.
Oggi comunque una buona notizia c’è, un passo importante anche se con il solito proverbiale ritardo.
La Svizzera ufficialmente fuori dalla black list (anche se lo era già)
“La misura era passata inosservata, ma una circolare dell’Agenzia delle Entrate che le ha dato piena attuazione ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica e degli organi di stampa l’annullamento della black list dei paradisi fiscali da parte del governo italiano.”
Cosa cambia per gli imprenditori italiani e cosa per chi vuole aprire una società in Svizzera?
Molto. In termini concreti davvero molto.
Prima la situazione era così:
- Per l’imprenditore italiano che acquista da un fornitore svizzero, soprattutto con flussi importanti, ogni volta in sostanza si doveva “autodenunciare”, subendo una segnalazione “formale” ma concreta all’agenzia dell’entrate. Non proprio il massimo insomma.
- Per l’imprenditore svizzero, o italiano in svizzera, il rischio era un blocco e/o un deterrente dovuto alla situazione appena descritta.
Adesso invece
“Dal periodo d’imposta 2016 non sarà più necessario indicare separatamente in dichiarazione i costi considerati fino all’anno scorso in “black list” e saranno interamente deducibili.
Ma è un bene o un male questa storia? E’ giusto o si favorisce l’evasione?
Nel salutare la notizia alcuni hanno gridato scandalo.
“ Si favorisce l’evasione! Si favorisce l’evasione!” gridano.
Eppure la Svizzera nel corso degli anni ha collaborato attivamente, impegnandosi volontariamente per uscire dai paesi black list.
Il motivo è semplice: in Svizzera si può fare impresa e per bene.
Non c’è bisogno di sponsorizzare soluzioni losche o giri e raggiri per attirare gli imprenditori.
Vuoi sapere cosa dico io a chi vuole fare un business in Svizzera?
- C’è la certezza del diritto
- Le leggi sono certe e rispettate
- L’iva è all’8% e non esistono cose come l’anticipo (sul futuro incerto)
- la pressione fiscale è al 20% contro il 67% dell’Italia
- Il sistema impresa funziona
- La qualità della vita è al top (in termini di salute le ultime sull’Italia sono da brividi)
- Tutti pagano le tasse ma le tasse sono eque e tra le più basse di Europa
Vuoi sapere invece come l’Italia prova ad attirare un investitore svizzero?
La notizia è fresca e giustamente ha scatenato un putiferio.
“Cari stranieri investite in Italia, dove “gli stipendi sono più bassi della media europea”. Firmato: il governo italiano.
In sintesi, è quanto reclamizza una brochure ospitata sul sito investinitaly.com, portale dell’Ice che reca il logo del Ministero dello Sviluppo Economico e distribuita pochi giorni fa a Milano, durante la presentazione del piano nazionale Industria 4.0 con il premier Matteo Renzi che snocciolava i progetti per rilanciare l’economia a un pubblico di potenziali investitori esteri. Lo scivolone non è sfuggito a Eleonora Voltolina, già blogger del fattoquotidiano.it e collaboratrice de linkiesta nonché fondatrice della Repubblica degli Stagisti, la voce dei giovani precari e sottopagati. E’ lei la prima a riportare la notizia di un’altra pubblicità dai tratti demenziali, dopo quelle sul fertilityday del Ministero della Salute.”
da ilfattoquotidiano.it
Bene, adesso lo sai. Che scegli?