Ultimamente la letteratura imprenditoriale ha dato una nuova interpretazione del fallimento, inserendolo tra le possibilità non solo possibili ma anche fisiologiche, quasi normali.
L’idea che ogni volta che si fallisce in realtà si è trovato un modo nuovo per non realizzare una cosa può anche essere seducente ma sino a un certo punto.
Scoraggiarsi mai, creare alibi in partenza nemmeno.
Il fatto che si continui a parlare e scrivere del fallimento come un opzione non mi dispiace in maniera assoluta. Mi fa sorridere, anzi mi preoccupa come certe imprese sembra che il fallimento lo abbiano incorporato già in fase di startup.
Ne ha parlato recentemente Mark Suster a proposito delle imprese del settore tech e credo sia un concetto da poter estendere ad ogni mercato.
5 sintomi del fallimento (nemmeno troppo nascosti)
# 1 Mercato di nicchia
Focalizzarsi è sempre l’obiettivo e spesso individuare un mercato di nicchia può essere la scelta più saggia da prendere. Tuttavia bisogna sempre considerare le dimensioni del mercato e rapportarle alle proprie aspettative, costi, investimenti.
Molte volte ho incontrato imprese con strutture decisamente pesanti, ingenti investimenti, puntare su mercati davvero sottodimensionati.
In realtà bisognerebbe concentrarsi su dove grandi quantità di denaro vengono realmente spese.
# 2 Non conoscere il mercato dove si opera
Molte startup sono fatte da imprenditori con passione e competenze che pur conoscendo il proprio lavoro, il proprio prodotto, ignorano completamente il mercato dove si confronteranno.
Non è semplicemente un fatto di numeri ma è necessaria una conoscenza più addentrata.
– Cosa fanno i concorrenti e cosa faranno domani?
– Ci sono normative che potrebbero cambiare a breve ed incidere?
– La storia del mercato: qualcuno ha fatto in passato qualcosa di simile?
La storia insegna sempre qualcosa sul futuro.
# 3 Punti di forza ed attività da esternalizzare
L’imprenditore scaltro sa che bisogna concentrarsi sui propri punti di forza andando ad esternalizzare ciò che richiederebbe troppo tempo e/o troppi soldi.
Sono contento che si inizia a capirlo ed applicarlo in modo più continuo rispetto al passato.
Il problema è invece che questo porta a legare il proprio successo alla bontà dei propri fornitori.
Chi sono i tuoi fornitori?
Li conosci realmente?
Hai un piano B?
# 4 Redditività dell’impresa
Capita sempre più che i media rilanciano notizie come “ in un anno ha già guadagnato x milioni di euro!” Wow.
Vai a guardare ed in realtà ha avuto una crescita, un guadagno del 8-10%
Potrebbe andare bene ma è anche importante ricordare che vendere non è guadagnare.
Posso sembrare scontato ma molti imprenditori continuano in fase di start up a sottostimare i costi, i rischi ed il reale fabbisogno aziendale e sovrastimare invece i guadagni.
Mettici anche che spesso non si lavora con i propri soldi ed il danno (può essere) fatto.
# 5 Non funziona
La statistica sulle imprese che chiudono è impietosa. La cosa triste però è che il 48% falliscono perché hanno un prodotto/servizio che non vuole nessuno. La cosa ancora più grave è che non è qualcosa di imprevedibile ma qualcosa di scontato.
“ Molte start-up costruiscono cose che le persone non vogliono con la speranza irrazionale che riusciranno a convincerle del contrario.”