Cambio Franco Euro, perchè?
Per sostenere il corso di 1,20 franchi per un euro, la Banca Nazionale Svizzera (BNS) nella prima metà di gennaio ha speso somme miliardarie senza prospettive di vedere una fine di tali investimenti. Per tutto il mese l’istituto di emissione avrebbe dovuto sborsare circa 100 miliardi di franchi. Lo ha detto Fritz Zurbrügg, membro della direzione generale, in un’intervista odierna al quotidiano svizzero tedesco “Blick”.
“Nei giorni che hanno preceduto la decisione di abolire il tasso di cambio minimo (il 15 gennaio) l’ammontare degli interventi della BNS è cresciuto sempre più”, ha precisato il numero tre della direzione. Ogni giorno sono stati spesi miliardi di franchi: la banca centrale è quindi giunta alla conclusione che lasciare fluttuare il tasso di cambio fosse la soluzione migliore.
Pur consapevoli del fatto che ciò avrebbe avuto ripercussioni sulle borse, i responsabili della decisione – oltre allo stesso Zurbrügg anche il presidente Thomas Jordan e il suo vice Jean-Pierre Danthine – non erano certo in grado di valutarne l’entità. Le reazioni del mercato azionario sono state “violente e difficili da prevedere”, ha ammesso Zurbrügg.
La credibilità della BNS non ne ha sofferto, secondo Zurbrügg: “Abbiamo sempre saputo di non essere in grado di preparare in maniera comunicativa l’abolizione del tasso minimo di cambio”. Per continuare ad essere credibili era importante non lasciar trapelare nulla in anticipo. “Un avvertimento sarebbe stato un invito a nozze per gli speculatori.”
Nessun segno di spirale deflazionistica – La BNS non vede alcun pericolo a medio-lungo termine per la stabilità dei prezzi. Eliminando il tasso minimo di cambio si è avuto un ulteriore indebolimento dell’inflazione. Ma quello è un effetto una tantum e temporaneo, secondo Zurbrügg. In ogni caso “non abbiamo alcuna prova di una spirale deflazionistica”.
La BNS ritiene che l’abolizione del tasso di cambio avrà come conseguenza un rallentamento della crescita economica in Svizzera. “L’entità dipende da dove si depositerà l’apprezzamento”, ha detto Zurbrügg. Il franco è sopravvalutato e i mercati sono attualmente saturi: “questa situazione non può certo durare”, afferma Zurbrügg.
Se si verificassero movimenti straordinari, non giustificabili a livello di politica monetaria, allora la BNS sarebbe pronta ad attivarsi nuovamente: a livello di politica monetaria l’istituto mantiene aperte tutte le opzioni, conclude Zurbrügg.
Fritz Zurbrügg, 54 anni, è stato, dal 6 settembre 2011, responsabile dell’ancoraggio del corso del cambio euro-franco a 1.20. Complessivamente, per mantenere il tasso minimo, la BNS ha speso circa 300 miliardi di franchi.